Šiauliai è la quarta città, in ordine di grandezza, della Lituania contando una popolazione di 129.075 abitanti. Detta anche “Saules miestas” (la città del sole) è il capoluogo della contea omonima e, ufficiosamente, la capitale del nord della Lituania.
La città compare per la prima volta, in documenti scritti, col nome di Soule nelle cronache dell’Ordine di Livonia che descrivono la battaglia di Saule. Per questo motivo la data di fondazione della città viene ormai considerata il 22 settembre del 1236, esattamente la data in cui la battaglia ha avuto luogo non lontano da Šialiai. Nata come posto di difesa contro le incursioni teutoniche e dell’ordine di Livonia, dopo la battaglia di Grunwald nel 1410 cominciò a svilupparsi anche come insediamento agricolo grazie al cessare delle invasioni. Nel 1445 venne costruita la prima chiesa in legno, sostituita con un edificio in mattoni nel 1634, opera che ancora resiste nel centro della città odierna.
Šiauliai ricevette la concessione dei diritti di città di Magdeburgo nel 1589 e nello stesso periodo divenne il centro amministrativo della zona circostante. Nei due secoli successivi però la città venne devastata dal cosiddetto Diluvio (l’invasione russo-svedese) prima e dalle epidemie di peste bubbonica in seguito.
Il merito della rinascita della città è da ascrivere a Antoni Tyzenhaus (1733–1785) che, dopo una violenta rivolta di contadini delle proprietà della Corona nella Lituania settentrionale (i cosiddetti Powstanie Szawelskie, 1769) diede inizio ad una politica di riforme radicali in campo economico ed urbanistico. L’idea di Tyzenhaus era di seguire un metodo di sviluppo fondato sui canoni del classicismo, abbandonando la caotica disposizione radiale a favore di una più ordinata forma rettangolare. Sotto questa impronta Šiauliai crebbe fino a diventare una città ben sviluppata che poteva contare su numerosi edifici di una certa importanza. Nel 1791 Stanislao II Augusto Poniatowski, ultimo re della Confederazione Polacco-Lituana, confermò i diritti di città a Šiauliai e le concesse lo stemma che raffigura un orso, simbolo dela Samogizia, l’Occhio della Provvidenza e un toro rosso, simbolo della casata dei Poniatowski.
Dopo le spartizioni seguite alla fine del regno Polacco-Lituano la città continuò la sua crescita diventando un importante centro educativo e culturale. Le infrastrutture cominciarono a svilupparsi rapidamente: tra il 1836 e il 1858 venne costruito un collegamento stradale tra le città di Riga, in Lettonia, e Tilsit (l’attuale Sovetsk, nell’enclave di Kaliningrad), nel 1871 fu la volta del tratto ferroviario tra Liepāja (Lettonia) e Romny (Ucraina). Šiauliai, divenuta un importante crocevia dei traffici commerciali, cominciò a svilupparsi anche sotto il punto di vista industriale. Già nel 1897 contava ben 16.000 abitanti, rappresentando il terzo centro più popolato del paese, oltre la metà della popolazione era costituita da ebrei. Chaim Frenkel impiantò proprio a Šiauliai la più grande fabbrica di pellame dell’Impero Russo.
Durante la prima guerra mondiale i due terzi degli edifici della città furono dati alle fiamme e il centro della città venne raso al suolo. A seguito dell’ottenimento della Prima Indipendenza l’importanza di Šiauliai continuò a crescere. Prima dell’annessione di Klaipėda, rappresentava il secondo centro abitato dopo Kaunas. Il centro cittaino venne ricostruito, le strade vennero illuminate, cominciarono a funzionare i primi mezzi di trasporto pubblico, si impiantarono le prime linee telefoniche e telegrafiche e venne sviluppata la rete idrica e di acque reflue.
I primi anni di indipendenza coincisero con un periodo economicamente difficile a causa del distaccamento dal mercato russo. Si dovettero perciò cercare nuovi sbocchi nell’Europa occidentale. Nel 1932 venne terminata la linea ferroviaria di connessione con Klaipėda consentendo un più agevole accesso ai mercati europei. Al 1938 Šiauliai poteva contare sull’85% della produzione di pellame della Lituania, il 60% delle calzature, il 75% dei filati di lino, il 35% di produzione dolciaria. Nello stesso periodo anche la crescita culturale seguì di pari passo quella economica, vennero aperti nuovi centri di istruzione, musei, teatri, librerie e dati alla stampa numerosi periodici.
Nel 1939 circa un quarto della popolazione era rappresentata da ebrei. I Tedeschi occuparono la città nel Giugno del 1941. Gli ebrei vennero concentrati in due aree ghetto, una nel qurtiere di Kaukas, l’altra in Trakų. Dei circa 8.000 ebrei ne rimasero appena 500 e oltre l’80% degli edifici della città venne raso al suolo.