Vilnius

Settecento anni di storia

Vilnius, conosciuta in Italia anche come Vilna, è la più grande città della Lituania, oltre che la capitale.
Alcuni storici identificano la città con Voruta, la leggendaria capitale di Mindaugas primo Re della Lituania, incoronato nel 1253. La città viene menzionata in uno scritto per la prima volta nel 1323 nella lettera che il Granduca Gediminas inviò alle genti delle città tedesche per invitare le genti germaniche e gli ebrei a stabilirsi nella capitale. Nel 1387 vengono conferiti da Jogaila, uno dei successori di Gediminas, i diritti di città.
Tra il 1503 e il 1522 la città viene circondata da fortificazioni che contavano nove porte e tre torri. Vilnius continua a crescere sotto l’impulso di Žygimantas Augustas che vi trasferisce la propria corte. La crescita, soprattutto dal punto di vista culturale, viene coadiuvata dalla fondazione della Almae Academia et Universitas Vilnensis Societatis Jesu, da parte del Re Steponas Batoras ne 1579, che diviene ben presto uno dei principali centri scientifico-culturali del Granducato di Lituania. Anche la vita politica, economica e sociale della città conoscono un vero fermento. Nel 1769 viene fondato il Cimitero di Rasos: oggi (conosciuto col nome lituano di Rasu kapines) rimane uno dei più antichi cimiteri del mondo.

Il centro d’Europa

Vilnius: Il centro
La città procede nel suo rapido sviluppo grazie anche alla connotazione multietnica che già da allora la caratterizzava, essendo un importante crocevia tra il sud, il nord, l’ovest e l’est Europa. Non a caso il centro geografico dell’Europa (intera e non intesa come Unione Europea) è sito proprio a pochi chilometri da Vilnius.
Proprio la sua posizione privilegiata l’ha resa per molti secoli preda di saccheggi ed occupazioni, soprattutto da parte dei russi. La prima conquista di Vilnius ad opera della Russia risale al 1655 e nel 1795 viene definitivamente annessa divenendo capitale di una Gubernija. Le mura vengono abbattute con l’eccezione dell’unico tratto ancora oggi esistente ovvero la Porta dell’Alba (Aušros Vartai) così definita perché rivolta verso il lato orientale.
All’inizio del XIX secolo è la campagna di Russia dell’imperatore Napoleone a fare di Vilnius una terra di conquista mentre marcia verso Mosca, ma col fallimento delle mire espansionistiche francesi verso est ben presto la Russia riprende il controllo della Lituania. La fine della prima metà e l’inizio della seconda metà del secolo vedono una dominazione sempre più repressiva. L’Università viene chiusa nel 1831 e il tentativo di sommossa del 1863 soffocato nel sangue.
La lingua lituana viene bandita e la popolazione diventa in prevalenza di origine russa ed ebraica.

Voglia di Libertà

Vilnius: Esercito in piazza della Cattedrale
A ridare libertà alla Lituania è  il termine del primo conflitto mondiale che culmina con l’Atto di Indipendenza Lituana del 16 Febbraio 1918. Purtroppo la neonata Repubblica di Lituana dura poco, prima annessa dai Bolscevichi, poi ripresa dai polacchi e di nuovo riconquistata dalla Russia.
La sconfitta della Russia nella Battaglia di Varsavia restituisce la libertà alla Lituania nel 1920, ma poco dopo comincia la divisione interna. Vilnius diventa capitale della Lituania Centrale (Litwa Srodkowa) che nel 1922 si autoannette alla Polonia. Kaunas, nuova capitale della Lituania, interrompe le relazioni diplomatiche con la Polonia.
Nel 1939 è ancora la Russia ad occupare Vilnius, che però viene restituita alla Lituania in cambio di accordi sullo stanziamento militare. Accordi non rispettati perché nel 1940 la Lituania diventa una delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Gran parte della popolazione viene deportata nei gulag.
L’anno dopo sono le forze naziste ad entrare a Vilnius e a decimare ulteriormente la popolazione della capitale, in gran parte di origine ebraica, finché nel 1944 tornano i russi ad annettere la Lituania.
L’11 marzo 1990, il Soviet supremo della RSS Lituana proclamò l’indipendenza dall’URSS, restaurando la Repubblica di Lituania. Il governo sovietico, il 9 gennaio 1991, inviò truppe ed il 13 gennaio successivo, durante l’attacco dell’Armata Rossa all’edificio della radiotelevisione lituana, vennero uccise quattordici persone e più di 700 rimasero gravemente ferite. Solo nell’agosto del 1991 l’Unione Sovietica riconobbe l’indipendenza della Lituania.

La capitale barocca

Vilnius: La Chiesa di Sant'Anna
La città conta oltre mezzo milione di abitanti di cui meno del 60% di origine lituana. Le minoranze principali sono quella polacca e russa (19% e 14% rispettivamente), che affiancano le comunità sempre più crescenti di bielorussi ed ucraini. Gli ebrei sono rimasti solo lo 0,5%.
Dal punto di vista turistico Vilnius è certamente la città più attiva in Lituania. Oltre a fregiarsi di esempi superbi di architettura e della presenza di molti musei, vede crescere sempre di più la vita notturna condita da un’atmosfera cosmopolita. Le chiese sono più di 40 mentre è rimasta solamente una sinagoga.
Come la maggior parte dei borghi medievali, Vilnius si è sviluppata intorno al suo Municipio (Rotušė). L’arteria principale, Pilies gatvė, collega il Palazzo Reale, ancora in ricostruzione, e il Municipio. Altre strade si snodano tra i palazzi dei signorotti feudali, le chiese di stile barocco, rinascimentale, gotico o neoclassico, i negozi e i laboratori artigianali, strade strette e tortuose costellate di innumerevoli cortili interni.
La Senamiestis (letteralmente Città Vecchia), ovvero il centro storico di Vilnius, è uno dei più grandi d’Europa (3,6 km2). La maggior parte dei siti e delle costruzioni di valore storico è concentrata qui. Gli edifici nella città vecchia sono circa 1500 e sono stati costruiti e ricostruiti in secoli diversi, creando una splendida miscela di differenti stili architettonici. Vilnius, pur essendo conosciuta per essere una città barocca, conta splendidi esempi di stile gotico (come la chiesa di Sant’Anna – Šv. Onos) ed innumerevoli altri.
Le principali attrazioni turistiche della città sono il Castello di Gediminas e la Piazza della Cattedrale, simboli della capitale. La loro combinazione è anche la porta di accesso al centro storico.
Grazie alla sua unicità, la città vecchia di Vilnius è stata aggiunta nel 1994 nella lista dell’UNESCO che cataloga i Patrimoni dell’Umanità.

Il cuore pulsante del paese

Vilnius: Europa
Economicamente Vilnius rappresenta la città più importante della Lituania ed uno dei maggiori centri finanziari degli stati baltici. Non a caso la popolazione della capitale, che conta solo il 15% dell’intera nazione, genera circa il 35% del PIL lituano. Sulla base di questi indicatori il PIL pro capite stimato, a parità di potere d’acquisto, è di circa 33000 dollari, al di sopra della media dell’Unione Europea.
Vilnius ha contribuito al bilancio nazionale del 2004 con oltre 4,6 miliardi di litas, pari al 37% dell’intera nazione (per fare un confronto Kaunas ha raggiunto meno di un terzo) ricevendo un ritorno dallo Stato pari a soli 360 milioni, il 7,7% del totale. Situazione non dissimile da quella del nord-Italia che ha generato tra l’amministrazione cittadina e il governo centrale non pochi conflitti.
Vilnius è il punto di partenza delle autostrade Vilnius-Kaunas-Klaipėda e Vilnius-Panevežys (tratto che fa parte della cosiddetta Via Baltica).
Anche se il fiume Neris sarebbe navigabile, non esistono regolari trasporti fluviali nemmeno a livello turistico. All’Aeroporto Internazionale di Vilnius fanno capo i principali collegamenti aerei tra la Lituania e le maggiori città d’Europa.
Anche la stazione ferroviaria di Vilnius è un importante nodo di comunicazioni.
Un complesso di linee, esercitate con autobus e filobus, permette di collegare i vari punti della città. È in programma la costruzione di una metropolitana leggera.