Il nominativo è il caso del soggetto: Jõnas bė́ga “Giovanni corre”.
Il genitivo esprime il complemento di specificazione e precede il sostantivo al quale si riferisce: Jõno knygà “il libro di Giovanni”. Esprime il complemento oggetto quando la frase è negativa: àš nemataũ Jõno “non vedo Giovanni”. Inoltre, nelle frasi passive esprime il complemento di agente: Jõno mýlimas “è amato da Giovanni”.
Il dativo esprime il complemento di termine: àš dúodu knỹgą Jõnui “do il libro a Giovanni”.
L’accusativo esprime il complemento oggetto (nelle frasi non negative): àš mataũ Jõną “vedo Giovanni”. Esprime inoltre il complemento di tempo: peñktą vãlandą “alle cinque”, vãsarą “d’estate”.
Lo strumentale esprime il complemento di mezzo o strumento: važiúoti tráukiniu “andare in treno”, rašýti plùnksna “scrivere con la penna”. Può esprimere anche il moto per luogo: eĩti gatvè “andare per strada”.
Il locativo esprime il complemento di stato in luogo (anche figurato): Lietuvojè “in Lituania”, ramýbėje “in pace”.
Il vocativo si usa nel rivolgersi a una persona: Jõnai! “Giovanni!”