Lituana cerca di uccidere il marito a Rimini

Era successo già tante altre volte che lui le desse le botte, anche di fronte agli altri, non solo in privato quando erano soli. Ma ieri non lo ha sopportato più e quando lui ieri sera verso le 22 le ha mollato due ceffoni, lei ha preso un coltellaccio da cucina e glielo ha affondato addosso. Due, tre, diverse volte glielo ha piantato in pancia e nel petto. Lo ha quasi ammazzato. Quando il 118 lo ha portato via aveva perso un sacco di sangue. Nessuno può dire se se la caverà quando pochi attimi dopo arrivano i carabinieri. Lei ammette subito. Dice che è stata lei a colpirlo perchè lui l’aveva picchiata, l’aveva presa a schiaffoni davanti al loro amico. In casa, un appartamento al secondo piano di via Cagni 22, c’erano marito e moglie lituani, lui di 32 anni, lei di poco più giovane. Con loro anche un ucraino che quando succede la tragedia sta mangiando la peperonata, forse la donna ha usato lo stesso coltellaccio per cucinarla e per poi mandare all’ospedale il marito.

All’arrivo dei carabinieri nella stretta traversa di via Marecchiese che porta alla chiesa di San Raffaele, è chiaro che in quella casa non hanno solo mangiato, ma anche bevuto, e parecchio. Soprattutto l’uomo ucraino non si regge in piedi. Sembra più lucida la donna che mezz’ora dopo viene portata via dai carabinieri. E’ una biondina, niente affatto sofisticata, coi i capelli corti e la pelle chiara. La maglietta rossa fatica a nascondere la pelle dove si congiunge ai jeans. Si stupisce dei flash dei fotografi: «No, ma perchè?» chiede prima di salire sulla gazzella. Il suo amico invece esce dalla tromba delle scale barcollando. Lo devono sorreggere i carabinieri, altrimenti casca da tutte le parti.
Alle 22.30 la piccola via illuminata fino a quel momento dalle luci blu dei carabinieri, torna a piombare nel buio. I pochi passanti dicono di non conoscere quella coppia di lituani. La donna viene portata in caserma mentre i medici dell’Infermi fanno di tutto per salvare suo marito. La lituana finirà in manette per il tentato omicidio del marito. E oggi dovrà spiegare anche al magistrato di turno cosa le è saltato in mente. Secondo le sue prime testimonianze non sarebbe stata certo quella la prima volta che la picchiava. E lei che aveva subito per tanto tempo, questa volta aveva deciso che il vaso era davvero colmo. Ma il suo gesto rischia di costarle anni di carcere.

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