Omicidio a Vasto, lituana uccisa dal convivente

L’omicidio è avvenuto in un appartamento di via Pertini della cittadina in provincia di Chieti. La chiamata al 118 e’ arrivata alle 8 circa di stamane ma per ora è impossibile sapere a quando risale il delitto. Sul posto sono giunti gli uomini del commissariato locale che avrebbero già identificato la donna di origini lituane. La ragazza conviveva con un uomo di origine lucerina che al momento si troverebbe proprio al commissariato dove la polizia lo starebbe interrogando. L’idea potrebbe essere che le coltellate sarebbero stato l’epilogo di una violenta lite. Gli investigatori stanno anche interrogando i vicini di casa e si stanno portando a termine i rilievi scientifici del caso.

Era giovanissima, aveva 24 anni, la donna lituana trovata questa mattina accoltellata nel suo appartamento. Si chiamava Neila Burekaitė, mentre il suo compagno Matteo Pepe, 43enne, imprenditore edile titolare della ditta PM Edil Costruzioni. Nel palazzo di via Pertini, al civico 12, sono arrivati anche il sostituto procuratore Enrica Medori e il medico legale, dottor Falco. In casa, con il dirigente del Commissariato, Cesare Ciammaichella, stanno lavorando gli uomini della scientifica.

La donna sarebbe stata colpita con un coltello da cucina: tre i fendenti alla schiena ricevuti nella camera da letto. Ad avvertire il 118 è stato il convivente che quando ha telefonato ai soccorsi ha detto di essersi ferito con un coltello. In realtà la tragica scoperta è stata fatta solo qualche minuto più tardi dalla polizia ai quali l’uomo avrerbbe subito ammesso di aver «fatto una stronzata». I due erano fidanzati dal maggio del 2007. Nella pagina di Facebook dell’uomo, Matteo Pepe, 48 anni, imprenditore edile, campeggia ancora una foto in cui i due sono teneramente abbracciati, entrambi vestiti di bianco con due cappelli da marinaio in testa. Secondo il racconto dei vicini in passato i due avevano litigato animatamente tanto da costringere l’arrivo dei carabinieri.

In casa gli inquirenti hanno trovato tre computer, uno di questi era spaccato. Il materiale è stato sequestrato.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vasto (Chieti) Anna Rosa Capuozzo, ha convalidato l’arresto dell’imprenditore che è stato riaccompagnato in carcere in località Torre Sinello a Vasto, dove attende le ulteriori decisioni del gip, che si è riservato sulle istanze della difesa. Dalla Lituania, intanto, sta arrivando a Vasto la madre della vittima.

Terminati a stento gli studi superiori e subito emigrata all’estero Neila Bureikaitė non aveva un rapporto stretto con la madre Roza Bureikienė, ma ha continuato a mantenere i contatti con il suo primo datore di lavoro a Kaunas, il 71enne M. Žukaitis.

Proprio lui pare sia stato l’ultimo lituano con cui la ragazza ha parlato prima che si compisse la tragedia che ha colpito sia l’Italia che la Lituania. In una telefonata della settimana scorsa Neila avrebbe confidato a Žukaitis che aveva l’intenzione di rientrare a Kaunas in Novembre per festeggiare il suo 24esimo compleanno. La ragazza non avrebbe fatto alcun accenno a presunti dissapori con il fidanzato Matteo Pepe.

“Neila era una ragazza di cuore e sincera, ma a volte faticava a domare le proprie emozioni. E anche gli italiani hanno un temperamento troppo caldo. Pare che quando si è presentata un’ipotesi di rottura del loro legame lui non sia stato in grado di mantenere il controllo” queste le considerazioni di Žukaitis.

L’anziano ricorda di quando Neila appena terminata la scuola gli confidò di volersene andare in Inghilterra.
“Neila mi chiese dei soldi, le prestai 1000 litas. Suo padre è morto che lei era ancora una ragazzina e con la madre aveva frequenti e continui litigi, perciò aveva deciso di andare a vivere da sola” continua l’imprenditore presso la cui azienda Neila aveva avuto il primo impiego come contabile.

In principio Neila si trasferì con l’amica Neringa in Inghilterra per poi spostarsi in Italia. Le ragazze lavoravano come cameriere o commesse. Spesso faticavano a racimolare i soldi per autosostentarsi perciò Žukaitis inviava a Neila generi alimentari non deperibili perché avesse di che mangiare.

Poi la situazione mutò e la ragazza tornò in Lituania per migliorare il suo aspetto, un paio d’anni fa a Kaunas fece un intervento per aumentare il seno. Dopodiché da castana decise di farsi bionda.

“Neila non è mai stata una di quelle che vengono definite barracuda. Mi ha persino restituito i 1000 litas che le avevo prestato. Sono convinto che lei fosse davvero innamorata di quell’italiano, altrimenti non avrebbe interferito nel suo legame con la moglie. Anche ai tempi della scuola era solita innamorarsi e poi disperarsi quando veniva lasciata dai ragazzi” così la difende Žukaitis.

Pare che Neila avesse l’intenzione di lasciare l’Italia all’inizio di quest’anno, ma poi qualcosa le fece cambiare idea. Intanto i suoi resti saranno cremati venerdì prossimo alle 7, a Bari, così ha deciso la madre della donna, che per tutto il giorno ha vegliato la salma della figlia in una saletta dell’obitorio dell’ospedale San Pio da Pietrelcina.

Assieme al compagno, la donna ha evitato contatti con i cronisti, assistita da Renata, l’amica del cuore della figlia assassinata, che ha blindato la stanza della camera mortuaria. Alcune amiche della vittima hanno potuto tuttavia rendere omaggio al feretro: Neila, maglia e pantaloni neri, mani giunte sul petto, appariva ancora bellissima.

Oggi, intanto, il gip del tribunale di Vasto, Anna Rosa Capuozzo, ha confermato la custodia cautelare in carcere di Matteo Pepe, 43 anni, di Lucera, convivente della ragazza uccisa. E’ unico indagato per il brutale omicidio. I legali della difesa, Pasquale Morelli e Giampaolo Di Marco, che hanno chiesto di derubricare il capo d’imputazione in omicidio preterintenzionale, preannunciano ricorso al tribunale del Riesame.

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