Nekrošius all’Olimpico di Vicenza?

«Auguri a chi eventualmente arriverà dopo di noi a lavorare in questa meraviglia che è l’Olimpico», fa sapere Alessandro Gassman.
«Lo Stabile sa che stiamo valutando altre possibilità di gestione del Ciclo di Spettacoli Classici», conferma l’assessore alla cultura Francesca Lazzari.
Almeno su questo punto, lo Stabile del Veneto e il Comune di Vicenza parlano la stessa lingua: l’idea del divorzio è all’ordine del giorno da entrambe le parti. Il termine è quasi immediato: il 31 ottobre, fra tre giorni, scade la convenzione che affida al teatro regionale la gestione del Ciclo di Spettacoli classici. Non esiste più, come in passato, una clausola di tacita proroga dell’accordo e questo vuol dire che le parti devono comunque confrontarsi. Per rinnovare l’accordo o per dirsi addio. Percentuale delle due ipotesi allo stato attuale: 5 per cento e 95 per cento rispettivamente.
Gli uffici di Palazzo del Territorio, dunque, sono ormai febbrilmente al lavoro per mettere a punto un’alternativa allo Stabile e a Gassman. Il riserbo è fittissimo, tutte le bocche sono cucite, ma il Giornale di Vicenza è in grado di rivelare che l’idea sulla quale ormai da tempo si sta muovendo il Comune riguarda il coinvolgimento nella programmazione dell’Olimpico di uno dei personaggi più in vista nel mondo del teatro a livello internazionale, il regista lituano Eimuntas Nekrošius.
Molto si è lavorato e si sta lavorando in questa direzione, perchè naturalmente ci si deve confrontare con una serie di problematiche complesse, sia dal punto di vista tecnico (agenda e calendario alla mano) sia soprattutto per quanto riguarda la compatibilità finanziaria dell’operazione, che non sarebbe certo irrilevante. Ma l’idea è forte: Nekrošius è oggi uno degli uomini di teatro più acclamati dal pubblico e apprezzati dalla critica, e un suo eventuale ruolo nella programmazione dell’Olimpico porterebbe sicuramente la ribalta palladiana all’attenzione dei media internazionali, visto che ogni spettacolo del regista lituano viene seguito e salutato invariabilmente come un autentico evento. Senza contare che presumibilmente l’uomo di teatro baltico potrebbe essere invitato non solo a proporre nuovi spettacolo per i prossimi Cicli, ma anche a mettere a punto il calendario come direttore artistico. Cioè a riflettere sullo spazio olimpico e a proporne la sua interpretazione anche attraverso le scelte di altre compagnie, degli autori e dei titoli.
E d’altra parte, una simile ipotesi verrebbe a confortare e a rendere ancora più concreta la linea culturale che il Comune sta perseguendo da alcuni anni con il “Laboratorio Olimpico”, in sinergia con l’Accademia Olimpica dove questa idea è nata: un rinnovamento dell’idea del teatro Olimpico come spazio per la rappresentazione, all’insegna della modernità pur nello stretto rapporto con la tradizione classica.
Da questo punto di vista, Nekrošius potrebbe essere la persona giusta al posto giusto. Il carismatico regista lituano, 59 anni, è diventato infatti famoso proprio per le sue profonde e spesso rivoluzionarie riflessioni sui caposaldi storici non solo della drammaturgia ma anche della narrativa, condotte con visionaria intensità e grande forza simbolica e metaforica, non di rado in spettacoli-fiume che nella versione originale arrivano a durate di cinque, sei ore. Il suo ultimo lavoro è una riproposizione scenica dell’Idiota di Dostoevskij, in scena a Milano dopo essere stato visto un po’ in tutta Europa e in varie sedi festivaliere italiane (da Roma, a Cervignano del Friuli, a Ravenna), ma fra suoi titoli troviamo anche Anna Karenina, il Faust e in ambito originariamente drammatico i grandi capolavori di Shakespeare, da Amleto a Macbeth a Otello, tutto il teatro di Anton Cechov. Non figurano finora approcci alla tragedia greca: facile pensare che potrebbe essere quella olimpica l’occasione.
Non mancano invece significative esperienza nel campo operistico, fra le quali un Boris Godunov di Musorgskij presentato al Maggio Fiorentino nel 2005 e premiato dalla critica italiana come il migliore spettacolo dell’anno. Del resto, il palmarès di Nekrošius è ormai lunghissimo, in Italia con quattro premi UBU, in Europa con riconoscimenti come lo Stanislavskij o il Premio Europa Nuove Realtà Teatrali.
Nekrošius lavora con la compagnia “Meno Fortas” (in lituano, la fortezza dell’arte), che ha fondato nel 1998 e che non ha una propria sede stabile in Lituania ed è fin dalla nascita chiamata ai quattro angoli del mondo per rappresentare gli spettacoli pensati dal suo direttore.
Spesso ospite delle principali istituzioni teatrali italiane negli ultimi anni, richiesto ovunque anche per stage e laboratori, Eimuntas Nekrošius “prenderà casa” almeno per qualche tempo all’Olimpico? La risposta nel giro di pochi giorni.

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