“L’Italia è un mercato importante per noi perché rappresenta uno dei maggiori fornitori di beni dei paesi dell’est Europa. E sono relativamente abbondanti anche le importazioni in Lituania. Tuttavia, se prendiamo ad esempio l’esperienza spagnola, lo Stato probabilmente cercherà di superare le difficoltà economiche proprio promuovendo le esportazioni; il che significa che non si verificherà un decremento dei flussi dei trasportatori”- queste le parole del presidente dell’Associazioni degli Autotrasportatori Lituani “Linava” Algimantas Kondrusevičius.
Gli itinerari dalle regioni del Nord Italia, notoriamente molto industrializzate, verso il nord-est europeo sono tra i più proficui per i vettori lituani.
“Si sente già una certa diminuzione del numero di consumatori in Italia, ma il mercato non perderà che una piccola percentuale, non diverse decine di punti come avvenuto in Lituania. La struttura economica del paese non può essere paragonata a quella della Grecia, perché l’industria italiana è concentrata nella parte settentrionale dello stato e la mentalità che prevale è differente rispetto a quella del sud, così ci auguriamo ed immaginiamo che la crisi non raggiunga proporzioni importanti”- ha continuato il direttore di Ryterna Vytautas Rinkevicius.
“L’industria italiana dei beni di lusso è in piena espansione da quando ha scoperto i mercati asiatici e costituisce un settore di vendita importante. Il commercio di prodotti di qualità superiore continua a crescere anche in Lituania. Penso dunque che questo ramo, che riveste una notevole rilevanza per noi, non incapperà in alcuna difficoltà”- è l’opinione dell’amministratore delegato del gruppo “Apranga” Rimantas Perveneckas.
Esiste solo un possibile pericolo: la fornitura non subirà sicuramente decrementi a causa di problemi riguardanti le case di moda, ma c’è il rischio che accada a causa del fallimento di qualche produttore, ma il problema si risolverà facilmente.
Nonostante il volume dei trasporti all’interno dell’Unione Europea non sia diminuito, tuttavia A. Kondrusevičius si vede segnali poco rassicuranti dall’altro lato del continente, dato che non si prevede alcun aumento del traffico di merci prenatalizio verso la Russia e dei prezzi associati al servizio.