Grigelis il nerazzurro

Ha fatto piangere la Gran Bretagna tennistica, che rischia una clamorosa retrocessione in serie D, e in Lituania è diventato un eroe nazionale. Laurynas Grigelis, 18 anni, si è rivelato il grande protagonista del primo turno di Coppa Davis, a Vilnius, vincendo il singolare decisivo contro Daniel Evans. L’Italia è la sua seconda patria visto che vive nel bergamasco da cinque anni; attualmente si allena presso il Tennis Club Brusaporto con il supporto dell’organizzazione “Future Talent”. Pur tradendo un accento dell’est, parla bene la nostra lingua e la sua parlantina si fa sciolta quando ripensa al giro di campo con la bandiera lituana sulle spalle. Il “Grigio”, come viene soprannominato, ha davanti a sé un futuro roseo.

Laurynas, la tua vittoria ha provocato un dramma sportivo Oltremanica. Te ne rendi conto?
“Di sicuro ho vinto una partita bellissima e la Lituania nella sua storia non era mai arrivata così in alto; sinceramente, non so che cosa sia successo in Inghilterra”.

Qual è il momento del match che porterai sempre nel cuore?
“L’ultimo punto. Ho messo a segno un rovescio lungolinea vincente che ha fatto scattare in piedi tutti i 2500 spettatori. E’ finita 6-4 al quinto ed era la prima volta che giocavo al meglio dei cinque set. Anzi era la seconda, considerando che nella prima giornata avevo perso tre set a zero da Ward”.

Il capitano britannico John Lloyd (che dopo la debacle ha lasciato l’incarico) a fine match è stato prodigo di complimenti, dicendo che hai giocato in maniera fantastica e che potenzialmente sei da primi venti al mondo.
“Forse ha detto che sono da primi venti per il rovescio, che è stata l’arma che mi ha permesso di vincere, ma in ogni caso ha un po’ esagerato. Comunque non mi pongo limiti, proverò ad arrivare a quel traguardo”.

Come ti descriveresti dal punto di vista tecnico?
“I miei colpi migliori sono il servizio e il rovescio a due mani; prediligo le superfici veloci. Ma devo ancora migliorare molto”.

Ci racconti come sei arrivato in Italia?
“Sono venuto per la prima volta a Cividino a 12 anni con la mia allenatrice, rimanendovi per un mese e mezzo. Mi sono trovato bene e a 13 anni mi sono trasferito qui definitivamente insieme ai miei genitori. Prima stava con me solo mia madre Aukse, poi ci ha raggiunto anche mio padre Stanislovas. Dell’Italia mi piace tutto: il clima, la gente accogliente e naturalmente il cibo: è il più buono del mondo. In Lituania torno raramente, di solito due o tre volte l’anno in occasione delle feste”.

Hai anche la cittadinanza italiana?
“Per ora no. Vorrei prenderla, ma la legge lituana non permette la doppia cittadinanza. Se diventassi cittadino italiano, perderei la cittadinanza lituana, per questo devo pensarci bene”.

Eventualmente, giocheresti in Coppa Davis con la maglia azzurra?
“Sono molto legato alla Lituania e per ora non me la sentirei. Magari in futuro sì, mai dire mai”.

Da piccolo hai praticato altri sport oltre al tennis?
“Non in maniera agonistica. Tuttora per divertimento gioco a calcio e a basket. La Lituania ha una grande tradizione nella pallacanestro: io sono alto 1,83, avrei potuto fare solo il playmaker! Un campione lituano, Marciulonis, è un grande appassionato di tennis ed era in tribuna a Vilnius a fare il tifo per noi”.

E da spettatore segui altre discipline sportive?
“Sono appassionato di calcio e tifo per l’Inter. Sono andato due volte a San Siro: lo scorso settembre ho visto Inter-Napoli 3-1 e qualche anno fa Inter-Milan 3-2; non porto male, vero? Adoro Milito e il mio sogno è vedere i nerazzurri in finale di Champions League: fra quanti anni non lo so…”.

Riesci a trovare il tempo per studiare?
“L’anno scorso ero troppo impegnato con il tennis e mi sono preso una pausa. Ora ho ricominciato: sono all’ultimo anno delle superiori: studio via Internet e tornerò nel mio Paese a sostenere gli esami”.

Sei fidanzato?
“No, anzi ne approfitto per lanciare un appello… Devo dire che la vittoria in Coppa Davis mi è valsa numerose simpatie femminili in Lituania: peccato essere tornato subito in Italia!”.

Ma se cammini per le strade di Vilnius, la capitale lituana, ti riconoscono? Ti chiedono autografi?
“Ora sì, da quel magico weekend la mia popolarità e quella dei miei compagni è decisamente aumentata”.

Al prossimo turno di Davis affronterete l’Irlanda: sei ottimista?
“Sì, abbiamo una buona chance per salire un altro gradino. Abbiamo una squadra giovane e non ci poniamo limiti. Io sono il n°518 del mondo mentre Berankis, che ha un anno più di me, è il 195”.

Che obiettivo ti sei prefisso per questa stagione?
“Vorrei salire almeno al n°350, per partecipare alle qualificazioni dell’Australian Open del 2011. Se poi anticipo i tempi, potrei provare a entrare in tabellone agli Us Open già quest’anno, ma sarà dura”.

C’è un tennista al quale ti ispiri?
“Non ho un idolo in particolare. Mi piacciono molto Del Potro e Cilic, ancora giovani ma già fuoriclasse; arriveranno molto in alto”.

Qual è il torneo che un giorno sogni di vincere?
“Uno dei quattro del Grande Slam. Devo proprio sceglierne uno? Allora Wimbledon”.

Alberto Giorni (Il Giorno)

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