Žutautas al posto di Žutautas

La panchina della nazionale lituana è vacante da quando Raimondas Žutautas ha rassegnato le dimissioni dopo il fiasco nel girone delle qualificazioni ai campionati europei Polonia-Ucraina 2012.
Da allora sono arrivate molte candidature, sono circolati nomi eccellenti, il tutto senza conferme e senza smentite, ora invece qualcuno comincia a parlare e lascia gli appassionati della compagine gialloverde un po’ interdetti.

La parola d’ordine è diventata “stabilità”, e in nome di questa stabilità si cerca un progetto a lungo termine da affidare a qualcuno che non sia vittima dei risultati ma che possa lavorare con tranquillità per raggiungere obiettivi che le rivali baltiche hanno centrato (vedi la partecipazione lettone agli europei portoghesi del 2004 vinti dalla Grecia) oppure sfiorato (l’Estonia è appena stata eliminata dall’Irlanda agli spareggi per i prossimi campionati).

Qualcuno si chiede perché si debba avere clemenza nei confronti di chi verrà se si è lasciato andare chi ha appena fallito. E allora torna in auge il nome di Žutautas per rimpiazzare se stesso.
Gli altri due candidati sono Valdas Ivanauskas e Liudas Rumbutis. Il primo vanta trascorsi nobili come giocatore, uno dei pochi ad aver militato in campionati competitivi quali quello austriaco e tedesco nel periodo post-sovietico e già inserito nell’ambiente della nazionale dove ha lavorato come assistente e poi come allenatore dell’under 21. Il secondo è cresciuto prima come calciatore e poi come allenatore nella vicina Bielorussia e sembra più un nome buttato lì per fare numero visto che tutte le altre autocandidature sono state cestinate.

Julijus Kvedaras, segretario della Federazione, non usa mezze misure: “Sembra che tutti gli allenatori stranieri si siano interessati alla panchina della nostra nazionale sperando di racimolare un po’ di soldi o di poter mettere sul proprio curriculum la voce Allenatore Nazionale. Trovo che siano solo squallidi affaristi che sicuramente non troveranno lavoro qui da noi. A noi serve un allenatore come quello che ha guidato la Lettonia, ci ha impiegato 10 anni ma alla fine ha raggiunto dei risultati”.

Prospettiva un po’ desolante per chi si attende da anni il salto di qualità da una nazionale che negli anni ha scalato la classifica FIFA superando nazioni dal blasone sicuramente maggiore prima del crollo in queste qualificazioni. Tra gli scartati nomi quali Csaba László, attuale allenatore dello Charleroi – serie B belga, e Bernd Storck, ex trainer del Kazakistan. Ma si sono fatti i nomi di Arno Pijpers (Willem II – serie B olandese) e Lothar Matthäus scontento dell’esperienza sulla panchina bulgara.

L’impressione è che, dopo la timida apertura coincisa con l’era Couceiro, il nazionalismo e la chiusura autarchica (senza dimenticare la chiusura delle tasche) siano la ragione principale che spingerà la federazione a riconfermare il tecnico dimissionario.
Scelta sicuramente poco coraggiosa anche alla luce delle dichiarazioni di Žutautas che ha accusato il calendario e le troppe panchine del duo T.Danilevičius ir M.Stankevičius nei rispettivi club per giustificare le figuracce rimediate soprattutto con il Liechtenstein.

Ai lituani non rimarrà che attendere ancora una decina d’anni prima di vedere qualche risultato.

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